Con il passare degli anni l'asma perde le sue caratteristiche 'giovanili' e si può manifestare con intensità e sintomi più severi, da quelli a cui l'asmatico è abituato, e che rispondono meno al trattamento(1).
La gestione dell'asma nell'anziano può essere più complessa e gli stessi sintomi sottovalutati o addirittura ignorati. In molti casi, ad esempio, la mancanza di fiato è percepita dallo stesso paziente come un segnale di un naturale processo di invecchiamento e non come spia di un riacutizzarsi della malattia(2). Ignorare un qualsiasi peggioramento o comparsa di sintomi asmatici può mettere a rischio la salute dell'anziano asmatico.
Tra i possibili cambiamenti, i pazienti anziani asmatici possono notare che(3):
- i sintomi migliorano o peggiorano rispetto al passato
- le terapie abituali sono meno efficaci
- la reazione ai fattori noti che scatenano l'asma è più intensa
- si diventa reattivi a nuovi fattori scatenanti
Qualsiasi cambiamento osservato deve essere opportunamente riportato al medico curante che ne valuterà l'importanza sul piano clinico ed eventualmente provvederà a riadattare le terapie.
La convivenza tra asma e altri disturbi senili
Nella terza età è assolutamente comune che si soffra di uno o più disturbi cronici in età avanzata, così come assumere altri farmaci oltre agli anti-asmatici. La presenza di altre malattie, però, può rendere la gestione dell'asma nell'anziano più critica, anche perché la risposta ai farmaci è minore(2).
Anche i polmoni invecchiano! L'invecchiamento influenza la capacità ventilatoria e lo scambio dei gas tra aria e circolo sanguigno. Nell'anziano si deteriorano lentamente i parametri della funzionalità polmonare, così come i meccanismi di difesa dei polmoni. Se tutto questo è da considerarsi fisiologico nel soggetto normale, in chi soffre di asma ed in chi fuma tali processi declinano più rapidamente. Con l'età si modifica anche la capacità di assorbire i farmaci somministrati e si modifica anche il loro metabolismo, questo fa sì che l'assorbimento dei farmaci sia più variabile, le terapie meno efficaci e l'asma può sfuggire quindi al controllo ottimale(1). Per questo la scelta del farmaco e la frequenza dei controlli devono essere fatte tenendo conto delle condizioni di salute del paziente anziano. Lo stesso vale per alcuni test come la spirometria, che presenta alcune limitazioni in età avanzata: anche in questo caso, il suo esito deve essere valutato in base all'età del paziente(1).
Alcune malattie croniche o degenerative hanno uno stretto legame con l'asma e richiedono più attenzione sia da parte del medico curante che del paziente anziano. Uno dei principali ostacoli è che chi soffre d'asma fa fatica a distinguere i sintomi dell'asma dai campanelli d'allarme di altri disturbi, ad esempio cardiaci o respiratori. Nel paziente anziano con "affanno" è molto importante la valutazione pneumologica al fine di escludere altre patologie come lo scompenso cardiaco e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), caratterizzata da un'ostruzione delle vie aeree irreversibile(1,2).
Scegliere l'inalatore adatto
Anche quando la terapia antiasmatica è stata correttamente 'riadattata' alle condizioni generali del paziente anziano, alcuni fattori possono però interferire con la corretta assunzione dei farmaci, specialmente quelli inalatori.
Tra i principali (1):
- artrite o difficoltà nella manipolazione dell'inalatore
- deficit della vista
- declino cognitivo
- disturbi dell'umore, tra cui ansia e depressione, che possono ridurre l'aderenza alla terapia
La perdita delle normali abilità fa sì che il paziente possa dimenticare la dose giornaliera di farmaco oppure non riesca a utilizzare correttamente l'inalatore. Anche a questo riguardo, comunicare al proprio medico curante qualsiasi difficoltà a seguire le terapie è la strada giusta per tenere a bada l'asma nel tempo.