In caso di sospetta asma il medico si occuperà per prima cosa di effettuare un esame obiettivo auscultando il paziente mentre esegue respiri profondi. In realtà, questa prima fase potrebbe dare esito negativo, poiché solo di rado l'iperventilazione provoca accessi di tosse secca. In caso di asma moderata persistente o grave, il medico potrebbe rilevare rumori continui come sibili, soprattutto in fase di espiro, se forzata.
Tra gli esami diagnostici è fondamentale la spirometria, effettuata sia prima sia dopo la somministrazione di un farmaco in grado di dilatare i bronchi o dopo un ciclo di terapia anti asmatica1. Si tratta di un esame strumentale non invasivo finalizzato alla valutazione della funzione ventilatoria del polmone, cioè dei volumi d’aria che la persona è in grado di mobilizzare durante la respirazione(1,2). La misurazione dei parametri funzionali è importante non solo per la diagnosi di asma ma anche per monitorare l’andamento della malattia e la risposta ai farmaci(1,2).
Nei pazienti con asma la spirometria mostra di norma la presenza dell'ostruzione delle vie aeree e determina il grado di reversibilità di tale ostruzione in risposta all’inalazione del broncodilatatore. In molti casi, tuttavia, ad esempio nei soggetti con asma da pollini, l’esame spirometrico eseguito al di fuori della stagione pollinica può fornire un esito negativo. In
questi casi la diagnosi può essere suggerita dal test di provocazione bronchiale. Questo esame consiste nell’inalazione di dosi crescenti di sostanze, come la metacolina, che causano la contrazione dei bronchi, in modo da valutare la reattività o sensibilità delle vie aeree agli stimoli in grado di scatenare i sintomi(1).
La misurazione del Picco di Flusso Espiratorio (PEF) mediante l’impiego di un piccolo dispositivo portatile è meno affidabile
rispetto alla spirometria e può sottostimare la limitazione del flusso aereo. E’ comunque utile per monitorare la variabilità
dell’ostruzione bronchiale e la risposta ai farmaci1. Questo metodo può essere impiegato quando non è possibile ripetere
spesso la spirometria.
I test allergologici, cutanei (applicazione cutanea di allergeni) o ematici (dosaggio nel sangue di anticorpi IgE specifici)
rappresentano un metodo affidabile per identificare le cause delle reazioni allergiche(1).
La radiografia del torace viene solitamente prescritta per escludere altre patologie respiratorie come la BPCO: in caso di asma questo esame risulta normale.
Infine vengono eseguiti anche i classici test allergici sul sangue per stabilire la quantità di anticorpi IgE o sulla pelle, attraverso i test cutanei, veloci ed economici e il cui risultato è affidabile.
Questi esami sono fondamentali e sufficienti per diagnosticare l'asma, soprattutto in soggetti giovani, non fumatori e con una componente allergica tra i fattori scatenanti. In caso di pazienti anziani e fumatori spesso si utilizzano altri esami più specifici decisi in ambito specialistico dal pneumologo.