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l’asma da sforzo: un disturbo da atleta

 
 

Se la corsa ci fa tossire o ci si sente 'a corto' di fiato dopo un allenamento in piscina, la colpa potrebbe non essere della scarsa forma fisica ma bensì dell'asma da sforzo. L'esercizio fisico regolare fa bene anche alla salute dell'apparato respiratorio, purché sia moderato e l'allenamento sia graduale. Quando si sottopone l'organismo a esercizi intensi o di resistenza, le vie aeree possono contrarsi in un broncospasmo, dando il via ai sintomi tipici dell'asma(1).
Questa reazione di "chiusura" delle vie aeree è dovuta, in gran parte, al fatto che durante uno sforzo intenso e improvviso si respira più velocemente e a bocca aperta. L'aria inspirata, che normalmente viene riscaldata dalle narici, entra nelle vie aeree più fredda e secca del solito, innescando lo spasmo(2). La mucosa bronchiale, molto sensibile alle variazioni di temperatura e umidità, reagisce anche rilasciando molecole infiammatorie che favoriscono ulteriormente il broncospasmo(3).

L'asma da sforzo si manifesta con colpi di tosse, mancanza d'aria e respiro sibilante. Questi sintomi(1,2):

  • compaiono dopo 2-10 minuti al termine di un esercizio intenso e prolungato
  • non si manifestano mai durante l'allenamento
  • in genere scompaiono dopo 30-45 minuti

L'asma da sforzo è si manifesta nel 70-90% degli asmatici cronici e, meno frequentemente, anche in chi non ha ricevuto una diagnosi di asma. E' tipica di bambini e adolescenti, e degli atleti professionisti, soprattutto di chi pratica sport invernali o di resistenza outdoor(1). Il problema appare particolarmente rilevante in quanto , se non affrontato adeguatamente, può condizionare le "performance" atletiche e limitare le abitudini di vita. L'esercizio fisico induce più comunemente broncospasmo quando l'asma bronchiale non è ben controllata dalla opportuna terapia farmacologica.

Come riconoscerla

E' importante ottenere una corretta diagnosi di asma da sforzo per imparare a tenerla sotto controllo e continuare a fare sport senza preoccupazioni. La spirometria è il test più usato per misurare la velocità con cui l'aria è espirata dopo l'attività fisica. Il medico registra questo parametro nel paziente sia a riposo che dopo lo sforzo fisico intenso, come ad esempio dopo qualche minuto sul "tapis roulant" o sulla cyclette. Misurare una velocità del flusso espirato ridotta significa essere in presenza di broncoostruzione(2). La diagnosi di asma da sforzo è poi completata dalla natura transitoria dei sintomi e dalla storia clinica del paziente (3).

Con l'asma alle Olimpiadi

Il calciatore David Beckam, lo sciatore di fondo Giorgio Di Centa e il campione del mondo di ciclismo Miguel Indurain sono alcuni dei tanti nomi di atleti plurimedagliati che soffrono di asma cronica. Negli atleti professionisti l'incidenza dell'asma da sforzo si impenna ulteriormente per la frequenza degli allenamenti e per la loro crescente intensità. Inoltre è condizionata dalle condizioni ambientali in cui viene praticata(3).

Infatti, alcuni sport espongono maggiormente ad alcuni fattori di rischio per l'asma come il freddo per le discipline invernali, il cloro per attività in piscina o pollini e inquinanti per quelle outdoor come il ciclismo(3).

Raggiungere risultati importanti si può, lo confermano i dati: i 67 atleti asmatici (su 597) della nazionale statunitense partecipante alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984 si sono aggiudicati ben 41 medaglie, un trend che si è mantenuto anche nei giochi olimpici successivi(3).

L'insorgenza di asma da sforzo può essere un segnale che l'asma cronica non è ben controllata con la corretta terapia di fondo(4).

Per prevenire o limitare la comparsa di asma da sforzo, è utile effettuare un buon riscaldamento prima dell'esercizio fisico e, in caso di un'attività particolarmente intensa, può essere opportuna una profilassi con farmaci beta2-agonisti spray, il cui impiego deve essere sempre autorizzato dal medico(2).

Gli atleti professionisti devono fare attenzione al tipo di farmaci che assumono; infatti alcuni di essi sono considerati dopanti. Per chi vuole cimentarsi in competizioni sportive, è bene quindi rivolgersi al proprio medico che provvederà a fornire la terapia più adeguata e la documentazione necessaria a superare i test anti-doping(3).

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Bibliografia 1, 2, 3, 4

1) Stefano R. Del Giacco, Davide Firinu, Leif Bjermer, and Kai-Håkon Carlsen
Exercise and asthma: an overview. Eur Clin Respir J. 2015;; 2: 10.3402/ecrj.v2.27984.
http://www.ecrj.net/index.php/ecrj/article/view/27984

2) U.S. National Library of Medicine. Exercise-induced asthma http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK279522/ Ultimo accesso verificato: Agosto 2017.

3) Carlsen, et al. (2008), Exercise-induced asthma, respiratory and allergic disorders in elite athletes: epidemiology, mechanisms and diagnosis: Part I of the report from the Joint Task Force of the European Respiratory Society (ERS) and the European Academy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI) in cooperation with GA2LEN. Allergy, 63: 387–403. http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1398-9995.2008.01662.x/full

4) Asthma UK. Exercise and activities. https://www.asthma.org.uk/advice/living-with-asthma/exercise-and-activities/ Ultimo accesso verificato: Agosto 2017.