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Donne e BPCO

 

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) non è più una malattia respiratoria che colpisce prevalentemente gli uomini, e meno ancora gli anziani, infatti la sua incidenza nel sesso femminile è in aumento così come il numero di ospedalizzazioni e decessi per BPCO o patologie ad essa correlate.

Le differenze di genere, tra uomo e donna, influiscono su prevenzione, diagnosi e cura delle malattie respiratorie.

Le malattie respiratorie, tra cui la BPCO, hanno storicamente presentato una connotazione di genere maschile e come tali sono state ampiamente sottovalutate nelle donne, nonostante negli ultimi decenni abbiano presentato una variazione di prevalenza nel genere femminile, per aspetti legati a nuovi stili di vita e nuovi ambiti lavorativi.

Uomini e donne, pur essendo soggetti alle medesime patologie respiratorie, presentano sintomi, progressione di malattie e risposta ai trattamenti molto diversi tra loro:

Generalmente le donne hanno vie aeree e volumi polmonari inferiori rispetto all’uomo;

Meccanismi biologici e assetto ormonale potrebbero interferire sulla suscettibilità della donna a sviluppare la BPCO e le sue manifestazioni cliniche;

L’invecchiamento polmonare appare più lento nel sesso femminile;

Sembra che la risposta ai broncodilatatori (i farmaci di scelta nella BPCO) sia maggiore nella donna rispetto all’uomo (Silverman et al, AJRCCM, 2000; Carey et al, Trends Endocrinol Metab, 2007).

Il fattore causale principale della BPCO è il fumo di sigaretta.
Tuttavia, la prevalenza della BPCO non correlata al fumo è più alta tra le donne rispetto agli uomini.

Uomini e donne sembrano differire anche per intensità di sintomi e per l'impatto che questi hanno sulla qualità di vita: la mancanza di fiato sembra essere maggiormente percepita dalle donne mentre tosse e produzione di espettorato è maggiore per gli uomini. Inoltre le donne generalmente hanno un numero maggiore di riacutizzazioni, malattie concomitanti, peggiore qualità della vita, e ottengono meno attenzione da parte del medico su una possibile diagnosi di BPCO (generalmente si tende a pensare all'asma) (De Torres et al, Chest, 2008). Infine, la mortalità correlata alla BPCO sembra maggiore nella donna rispetto all’uomo (Celli et al, AJRCCM, 2011; De Torres et al, Eur Resp J, 2009).

Dall’esperienza di ascolto di alcune donne con BPCO, esponenti dell'Associazione Nazionale pazienti "Respiriamo Insieme APS", emerge che, di solito, le donne tendono a sottostimare i sintomi e, quindi, giungono alla diagnosi più tardivamente rispetto all’uomo. Le responsabilità sociali e familiari tendono ad aumentare la tollerabilità verso i sintomi.
Inoltre la donna è più abituata a dare aiuto anziché a chiederlo, e molte di loro vivono la propria BPCO con un senso di colpa legato all'abitudine al fumo. Anche questo contribuisce a ritardare la diagnosi e le successive cure.

Senza distinizone di genere rimane l’invito a consultare il Medico di Medicina Generale e lo specialista Pneumologo qualora compaiano sintomi sospetti per patologie polmonari per un migliore inquadramento diagnostico e per l’inizio di una terapia specifica.

Clicca qui per leggere cosa le donne affette da BPCO raccontano

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