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le terapie: i principali farmaci per curare la patologia

 
 

Smettere di fumare è l'intervento più importante da compiere per migliorare la BPCO.(1)

Se non riuscite a smettere di fumare, chiedete al Medico quali programmi o quali prodotti possono aiutarvi a smettere. Molti Ospedali e molte strutture sanitarie mettono a disposizione dei pazienti programmi per aiutare a smettere di fumare.

Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, generalmente la BPCO si cura con farmaci per via inalatoria, che raggiungono così il sito della malattia, riducendo i possibili effetti collaterali. Esistono diverse tipologie di inalatori, i cosiddetti erogatorio device, che sono stati notevolmente migliorati negli ultimi anni per renderli semplici per i Pazienti e migliorare la quota di deposizione a livello polmonare.

Gli obiettivi del trattamento regolare della BPCO sono:

  • Migliorare i sintomi
  • Ridurre il rischio di riacutizzazioni
  • Rallentare il peggioramento della malattia
  • Migliorare la resistenza nei confronti dell'esercizio fisico
  • Prevenire e curare le complicanze
  • Migliorare lo stato di salute generale.
  • Ridurre la mortalità.

I broncodilatatori sono i farmaci fondamentali per la cura della BPCO, visto che causano un rilassamento della muscolatura che circonda i bronchi, con conseguente aumento della pervietà delle vie aeree e miglioramento della respirazione(1,2). I broncodilatatori possono essere:

  • a rapida insorgenza d'azione, efficaci nel giro di poco tempo, ma con una broncodilatazione non prolungata. Si usano prevalentemente al bisogno per sintomi improvvisi;
  • a lunga durata d'azione, con un effetto broncodilatante che può durare 12-24 ore, a seconda del principio attivo, e vengono usati per una cura regolare, quotidiana, della malattia.

I broncodilatatori lunga durata d'azione appartengono a due classi farmacologiche: i β2-stimolanti e gli anticolinergici. Nel caso di BPCO lieve si può iniziare con una classe farmacologica, aggiungendo la seconda classe quando la difficoltà respiratoria non è ben controllata. Nel paziente con sintomi più pronunciati, i recenti documenti di indirizzo diagnostico-terapeutico e linee-guida raccomandano l’impiego iniziale della combinazione di due broncodilatatori a lunga durata d’azione, che conferisce un beneficio clinico addizionale e può prevenire ulteriori peggioramenti della funzionalità polmonare rispetto ai singoli(1,2)

Nei pazienti che, oltre alla dispnea, presentano episodi di riacutizzazione della malattia, il trattamento con cortisonici per via inalatoria associati ai broncodilatatori a lunga durata d’azione determina il maggiore beneficio clinico e funzionale(1). È stata infatti documentata l’efficacia dei cortisonici per inalazione nel ridurre l’incidenza delle riacutizzazioni(1). Pertanto, il medico valuta di volta in volta la necessità e l'opportunità di inserire nello schema terapeutico i cortisonici per via inalatoria, in base al profilo clinico del paziente.

Per le forme più gravi di BPCO, in coloro che sono affetti da insufficienza respiratoria, i valori di ossigeno nel sangue sono molto bassi. L'emogasanalisi serve a definire quando si ha bisogno dell'ossigeno, da usare a casa continuamente, anche quando si dorme o si cammina.(1)

L'indicazione all'ossigeno terapia è quando i valori dell'ossigeno sono inferiori a 55 mmhg, oppure tra 55 e 60 mmhg quando si ha una concomitante malattia cardiaca.(1,2)

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Bibliografia 1, 2, 3

1. GOLD (Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease). Global Strategy for Prevention, Diagnosis and Management of COPD: 2025 Report

2. Nici L et al. Pharmacologic Management of Chronic Obstructive Pulmonary Disease. An Official American Thoracic Society Clinical Practice Guideline. Am J Respir Crit Care Med. 2020 May 1;201(9):e56-e69. doi: 10.1164/rccm.202003-0625ST Am J Respir Crit Care Med 2020; 201 (9): e56-e69

3.Stoller JK, Panos RJ, Krachman S, Doherty DE, Make B; Long-term Oxygen Treatment Trial Research Group. Oxygen therapy for patients with COPD: current evidence and the long-term oxygen treatment trial. Chest. 2010 Jul;138(1):179-87. doi: 10.1378/chest.09-2555.