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i farmaci inalatori

 
 

La terapia inalatoria rappresenta il cardine del trattamento farmacologico dell'asma bronchiale e anche della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). A differenza della terapia orale o endovenosa, la terapia inalatoria consente di somministrare i farmaci direttamente nel lume delle vie aeree, ottenendo a questo livello concentrazioni consistenti del farmaco riducendone al minimo gli effetti collaterali. L'efficacia dei farmaci somministrati per via inalatoria può variare in relazione alla differente formulazione e alle caratteristiche dei dispositivi usati per inalarli. Il successo della terapia inalatoria non dipende quindi solamente dall'efficacia del principio attivo, ma anche dalla disponibilità di inalatori facili da usare e in grado depositare nell’apparato respiratorio l’adeguata quantità di farmaco(1,2).

Le evidenze cliniche più recenti, sottolineate dalle principali società scientifiche pneumologiche, indicano che la terapia inalatoria può risultare poco o per niente efficace se non assunta in maniera adeguata. Questo si può verificare sia per le caratteristiche degli inalatori che per l'incapacità del paziente di assumere correttamente il farmaco(3, 4).

È possibile affermare, quindi, che non si può parlare solo dell'efficacia delle molecole, ma della combinazione tra molecola ed inalatore.

Esistono differenti tipi di device per la somministrazione inalatoria dei farmaci usati nel trattamento dell'asma e della BPCO:

Nebulizzatori
spray predosati (pressurized metered dose inhaler, pMDI)
inalatori di polvere secca (dry powder inhalers, DPI)

La terapia aerosolica non può essere proposta per una terapia regolare. L'asma e la BPCO nella grande maggioranza dei pazienti vengono trattati con i classici spray o con gli inalatori in polvere.
I vantaggi e gli svantaggi di pMDI e DPI sono sintetizzati nelle tabelle 1 e 2.

Tabella 1: Vantaggi e svantaggi degli pMDI
Vantaggi
  • Compatto, portatile, di piccole dimensioni
  • Dose multipla
  • Rapidità della somministrazione
  • Riproducibilità della dose
  • Nessuna preparazione del farmaco
  • Basso rischio di contaminazione
Svantaggi
  • Richiede coordinazione mano-respiro
  • Dose/concentrazione fissa
  • Reazione al propellente
  • Impatto delle particelle nelle vie aeree superiori
  • Alcuni non hanno un contadosi

Tabella 2: Vantaggi e svantaggi dei DPI
Vantaggi
  • Piccoli e portatili
  • Liberi da propellente
  • Attivati con il respiro
  • Prodotti con il contadosi
  • Breve preparazione e tempo di somministrazione
Svantaggi
  • Dipendenti dal flusso inspiratorio
  • Scarsa consapevolezza del paziente della dose assunta
  • Alta deposizione orofaringea
  • Alcuni sono limitati dall'umidità dell'ambiente esterno

Gli spray pre-dosati sono stati introdotti nella pratica clinica circa 50 anni fa e sono stati progressivamente migliorati, in particolare per quanto riguarda la velocità dell'erogazione, il diametro delle particelle, il tipo di propellente. Gli spray non richiedono flussi inspiratori elevati in quanto il farmaco è spinto all’esterno dal propellente. Tuttavia, per un corretto utilizzo necessitano di coordinazione tra inspirazione ed erogazione del farmaco. Il limite maggiore rimane proprio nella necessità di coordinare perfettamente l'attuazione dello spray con l'inspirazione da parte del paziente(6). Le camere di inalazione, con le quali si possono usare gli spray, ne ottimizzano l'uso in quanto riducono la necessità della coordinazione mano-respiro, migliorando il rapporto deposizione polmonare/deposizione orofaringea, e diminuiscono il rischio di tosse riflessa (7).

Gli erogatori di polvere o DPI sono stati successivamente sviluppati proprio con l'intenzione di prevenire gli errori dovuti alla mancanza di coordinazione.

I DPI possono essere:

  • a singola dose
  • multidose con dosi unitarie
  • multidose con serbatoio ed hanno eliminato, rispetto agli spray tradizionali, ogni necessità di coordinazione da parte del paziente, poiché consentono di assumere la dose del farmaco inspirando direttamente dall'inalatore(6).

Il paziente deve comunque essere in grado di produrre un flusso inspiratorio sufficiente a mobilizzare il farmaco e disaggregarlo in particelle in grado di raggiungere efficacemente l'apparato tracheo-bronchiale. Per quanto il flusso minimo necessario sia molto modesto, può accadere che alcuni pazienti in fase di ostruzione respiratoria grave possano incontrare qualche difficoltà(8). In ogni caso vi sono dispositivi la cui resistenza interna consente anche ai pazienti gravi di produrre un flusso inspiratorio sufficiente all’erogazione del farmaco(9).

Fattori che determinano la deposizione polmonare

Una terapia inalatoria efficace richiede un sistema di somministrazione che genera particelle del farmaco di una misura appropriata, che consenta il passaggio attraverso orofaringe e laringe e la deposizione nell'albero tracheobronchiale.
Il diametro aerodinamico è generalmente considerato il più importante fattore correlato alle particelle che determina la deposizione della terapia inalatoria.
Dopo essere entrate nella cavità orale, le particelle si depositano per impatto inerziale, sedimentazione gravitazionale e moto Browniano in modo dipendente dal diametro. Quando le particelle sono più grandi (> 5 µm) e sono somministrate ad alta velocità, hanno una maggiore probabilità di depositarsi per impatto inerziale in orofaringe ed essere successivamente deglutite.

Le particelle che sono < 5 µm hanno invece il maggior potenziale di depositarsi a livello polmonare, in particolare quelle < 1 µm si depositano per diffusione anche a livello alveolare. Le particelle di 4-5 µm si depositano primariamente nelle vie aeree bronchiali centrali, mentre le particelle più piccole rimangono nel flusso d'aria e sono trasportate nelle piccole vie aeree periferiche e nelle regioni alveolari. Nelle vie aeree periferiche i flussi sono ridotti e le particelle si depositano principalmente per sedimentazione(1).

La porzione di particelle di un aerosol che sono < 5 µm è generalmente definita come la frazione di particolato fine (FPF).
Gli aerosol con una elevata FPF hanno una alta probabilità di penetrare oltre le vie aeree superiori e di depositarsi nei polmoni.
Il diametro di massa mediana aerodinamica (MMAD) divide a metà la distribuzione della misura dell'aerosol. È il diametro con il quale il 50 % delle particelle di un aerosol sono più grandi ed il 50 % sono più piccole.
L'efficienza dell'inalatore si misura pertanto sulla capacità di(1):

  • Produrre un'elevata quota di particelle con diametro aerodinamico compreso tra 5 e 0.5 micron
  • Minimizzare gli effetti collaterali locali (orofaringe) e sistemici
  • Produrre dosi riproducibili di farmaco nel tempo
  • Consentire una buona conservazione del farmaco.

Conseguenze di una scarsa aderenza al trattamento inalatorio

I pazienti affetti da asma (ma anche quelli affetti da BPCO) in una elevata percentuale non usano correttamente i dispositivi che sono stati prescritti. Molti studi in real life hanno dimostrato che il 76 % di coloro che usano gli erogatori spray commette almeno un errore quando usano il proprio inalatore(10). Inoltre, una percentuale variabile tra il 14-90 % di coloro che usano un erogatore di polvere non lo usa correttamente ed almeno il 25 % non ha mai ricevuto una corretta educazione sulla tecnica inalatoria(11). L'uso non corretto della terapia inalatoria, in particolare dei corticosteroidi inalatori nei soggetti asmatici, comporta uno scarso controllo della malattia ed un notevole incremento dei costi complessivi, dovuti all'incremento degli accessi al Pronto Soccorso, delle visite mediche, delle ospedalizzazioni e dei giorni di inattività lavorativa(12).

I pazienti che non usano correttamente la terapia sono pertanto a maggiore rischio di riacutizzazioni, con importanti conseguenze sulla qualità di vita e sui costi complessivi della malattia. La mancata aderenza all'uso corretto dell'inalatore determina infatti una maggiore perdita di attività lavorativa e un maggior numero di ospedalizzazioni(13,14). Per migliorare il controllo complessivo delle malattie respiratorie cronico-ostruttive è pertanto fondamentale, oltre a farmaci efficaci, avere a disposizione dispositivi facili da usare e che consentano di ottimizzare la deposizione a livello delle vie aeree.

L'aspetto cruciale rimane quello dell'educazione, da parte di medici e infermieri. L'uso regolare della terapia inalatoria, in particolare degli steroidi inalatori nell'asma bronchiale, è in grado di migliorare la sintomatologia e soprattutto di ridurre le ospedalizzazioni(15)

Conclusioni

La sintomatologia nei soggetti asmatici e nei soggetti BPCO è spesso non controllata, nonostante un adeguato trattamento inalatorio. Numerose cause determinano questo controllo non ottimale, tra queste una scarsa tecnica inalatoria. I pazienti spesso non sanno usare correttamente il device che è stato loro prescritto, con conseguente incremento delle riacutizzazioni, delle visite d'emergenza, delle ospedalizzazioni e delle giornate di inattività. Per questo la ricerca ha proposto, oltre a molecole efficaci, dei device inalatori che siano semplici da usare, di facile comprensione da parte del paziente e che, nello stesso tempo, assicurino una elevata deposizione a livello dell'apparato tracheo-bronchiale.

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Bibliografia 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15

1. Laube Laube BL, Janssens HM, de Jongh FH, Devadason SG, Dhand R, Diot P, Everard ML, Horvath I, Navalesi P, Voshaar T, and Chrystyn H. What the pulmonary specialist should know about the new inhalation therapies. Eur Respir J. 2011; 37:1308–1331.

2. Berger WE. Paediatric pulmonary drug delivery: considerations in asthma treatment. Expert Opin Drug Deliv. 2005 Nov;2(6):965-80. doi: 10.1517/17425247.2.6.965.

3. Baddar S, Jayakrishnan B, Al-Rawas OA. Asthma control: importance of compliance and inhaler technique assessment. J asthma 2014; 51 (4): 429-34.

4. Duerden M, and Price D. Training issues in the use of inhalers. Dis Manage Health Outcomes. 2001; 9:75–87.

5. Hassan SM and Lau R. Effect of Particle Formulation on Dry Powder Inhalation Efficiency. Current Pharmaceutical Design 2010;16: 2377-2387

6. Myers TR. The Science Guiding Selection of an Aerosol Delivery Device. Respir Care 2013; 58,11, 1963-73.

7. Lavorini F, Fontana GA. Targeting drugs to the airways: The role of spacer devices. Expert Opin Drug Deliv. 2009; 6(1):91-102. doi: 10.1517/17425240802637862.

8. Chrystyn H. Is inhalation rate important for a dry powder inhaler? Using the In-Check Dial to identify these rates. Respir Med. 2003; 97:181–187.

9. Sanders MJ. Guiding Inspiratory Flow: Development of the In-Check DIAL G16, a Tool for Improving Inhaler Technique. Pulmonary Medicine 2017; https://doi.org/10.1155/2017/1495867

10. Lavorini F, Magnan A, Dubus JC, et al. Effect of incorrect use of dry powder inhalers on management of patients with asthma and COPD. Respir Med 2008; 102: 593-604

11. Giraud V, Roche N. Misuse of corticosteroid metered-dose inhaler is associated with decreased asthma stability. Eur Resp J 2002; 19: 246-25.

12. Roggeri A, Micheletto C, Roggeri DP. Inhalation errors due to device switch in patients with chronic obstructive pulmonary disease and asthma: critical health and economic issues. Int J Chron Obstruct Pulmon Dis 2016; 11: 597-602.

13. Westerick JAM, Carter V, Chrystyn H, et al. Characteristics of patients making serious inhaler errors with a dry powder inhaler and association with asthma-related events in a primary care setting. J Asthma, 2016; 53(3): 321–329

14. Price DB, Roman-Rodriguez M, McQueen RB, et al. Inhaler Errors in the CRITIKAL Study: Type, Frequency, and Association with Asthma Outcomes. (J Allergy Clin Immunol Pract 2017; ;5(4):1071-1081.e9

15. Suissa S, Ernst P, Kezouh A. Regular use of inhaled corticosteroids and the long term prevention of hospitalisation for asthma. Thorax 2002; 57:880–884