L'asma non controllata influisce sulla qualità della vita e quindi anche sulla propria attività lavorativa(1,2). Il datore di lavoro spesso teme le assenze ripetute: è importante parlarne e spiegare che – con un buon controllo e assumendo i farmaci correttamente - anche chi ha l'asma può lavorare senza particolari difficoltà(3).
Tuttavia, in alcuni casi, l'asma può peggiorare nell'ambiente di lavoro per l'esposizione a fattori scatenanti come allergeni, sforzo fisico, esposizione ad irritanti ambientali (fumi, vapori, vernici, ecc.). In tal caso la miglior cosa da fare, se è possibile, è evitare tali fattori scatenanti cambiando mansioni lavorative; altrimenti è necessario ridiscutere col medico il trattamento farmacologico(3).
Diverso il problema quando si parla di asma occupazionale o professionale: in questo caso sono alcuni elementi peculiari presenti nell'ambiente di lavoro a provocare l'asma(3).
Asma professionale
come riconoscerla?
Durante la fase di diagnosi, le domande del medico vi aiuteranno a capire se esistono dei fattori scatenanti e se questi sono collegati all'ambiente lavorativo.
Si può parlare di asma professionale se(3)
-
il lavoratore non era affetto da asma prima di iniziare quella mansione
-
l'asma peggiora durante la settimana lavorativa,
anche se non necessariamente sul luogo di lavoro:
possono verificarsi attacchi notturni o al termine del
proprio turno
-
l'asma migliora quando non si è al lavoro, anche se ci vogliono molti
giorni prima di notare il miglioramento
Quali sono i lavori a rischio?
I settori industriali pericolosi sono quello
chimico plastico elettronico farmaceutico
ma anche alcuni lavoratori artigiani come
panettieri pasticcieri falegnami verniciatori possono sviluppare asma professionale.